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Attualità

Scorfano e mostella: re e regina di fondale

di Alberto Martignani

Due pinnuti particolarissimi, tipici abitanti delle zone rocciose ricche di tane. Non raggiungono dimensioni elevate e la loro cattura non richiede astuzie particolari. Tuttavia, specie nei periodi di magra, rappresentano sempre un incontro gradito, consentendo di salvare la giornata e di portare in tavola pesci dall’elevato valore gastronomico!

LO SCORFANO ROSSO

NOME SCIENTIFICO: Scorpaena scrofa (Linnaeus, 1758)

NOMI COMUNI: scorfano rosso, scorfano maggiore, cappone, cipudda, ròfana, scarpina, scrofa, scrofola rossa ecc.

CARATTERISTICHE: presenta un corpo tozzo, con testa massiccia, volumetricamente preponderante rispetto agli altri segmenti. Sempre la testa è caratterizzata da numerose spine, creste e tubercoli cornei e presenta particolari appendici carnose sul mento. La mascella inferiore, prominente rispetto alla superiore, è irta di cirri. La bocca è ampia, obliqua, armata di piccoli denti.

I bulbi oculari sono carnosi, sporgenti, spostati verso la sommità del capo e abbastanza ravvicinati. La pelle è coperta da scaglie piuttosto grandi e il colore è in genere rosso vivo (rosa sul ventre), ma può presentarsi anche variegato di marrone, arancione o giallo. Al centro della pinna dorsale è presente una macchia nera. I raggi della pinna dorsale e gli opercoli branchiali terminano con spine velenifere che rendono la puntura dolorosa e, in soggetti predisposti, potenzialmente pericolosa.

DIFFUSIONE E ABITUDINI: lo scorfano rosso lo si incontra  in tutto il Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico orientale, dalle Isole Britanniche al Marocco, comprese le  Canarie e le Azzorre. Predilige i fondali rocciosi, a una profondità raramente inferiore ai 15-20 metri (sino a 200 metri). Ama in particolare le secche di roccia che si elevano da un fondale fangoso. Sceglie in genere un punto rialzato ove, per nutrirsi, rimane immobile in attesa che un piccolo pesce, un gamberetto o un mollusco, gli passi davanti ingannato dal suo efficacissimo mimetismo.

DIMENSIONI: sino a 50 centimetri di lunghezza e 3 chili di peso.

LA MOSTELLA

NOME SCIENTIFICO: Phycis phycis (Linnaeus, 1766)

NOMI COMUNI: mostella, musdea, pastenula, tanca de mar, sorzo, minghianula, fico, lupu i’ scogghiu ecc.

CARATTERISTICHE: presenta un corpo allungato, più grosso nella parte anteriore, ovalizzato nella porzione intermedia e schiacciato posteriormente.

I bulbi oculari sono sporgenti.  La bocca è ampia, con labbra carnose, e sotto il mente è presente un barbiglio. La mascella superiore sporge su quella inferiore  ed entrambe sono provviste di minuscoli denti affilati. La pelle è coperta da piccole scaglie e la livrea è di colore bruno-nerastro, bruno-rossiccio o grigio, più chiaro sul ventre. La pinna dorsale è doppia e arrotondata, le pinne pelviche sono ridotte a due filamenti bifidi. La pinna anale è molto allungata mentre la pinna caudale è arrotondata e di piccole dimensioni.

DIFFUSIONE E ABITUDINI: questa specie è diffusa in tutto il Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico orientale, dal Golfo di Biscaglia al Marocco. Vive anche alle Canarie, a Capo Verde e alle Azzorre. Frequenta fondali prevalentemente rocciosi, a profondità comprese tra i 15  e i 650 metri. Specie sciafila (amante dell’ ombra), esce di notte a caccia di piccoli pesci e invertebrati, e si rifugia in tana di giorno.

DIMENSIONI: sino a  60 centimetri di lunghezza e 4 chili di peso.

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