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IL MUSEO DELL’ARCHEOPLASTICA

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(di Martina Laudati)

Un’idea fantastica, a costo zero, che ha il grande merito di sensibilizzare adulti e bambini sul problema delle plastiche in mare in modo efficace, innovativo e perfino divertente. Da diversi anni, in Puglia, Enzo Suma è impegnato attivamente a far conoscere ogni aspetto dell’inquinamento da plastica e organizza numerose giornate di raccolta collettiva dei rifiuti che vengono portati dal mare sulle spiagge. «È proprio durante queste raccolte che ho avuto l’idea del progetto Archeoplastica supportato dai tanti amici che mi hanno seguito in questi anni – ci ha spiegato -. Sfruttare i tantissimi rifiuti spiaggiati che hanno anche più di cinquant’anni per portare l’osservatore a riflettere da un’altra prospettiva sul problema inquinamento plastica nel mare». È nato così un museo virtuale visitabile in 3D sul web (www.archeoplastica.it) dove osservare tutti i reperti e acquisire informazioni: ritrovare rifiuti dei decenni scorsi allo stesso tempo suscita un sorriso in chi ricorda e mette un brivido in chi guarda avanti, pensando che tra centinaia di anni altri reperti simili saranno ancora in fondo al mare. Oltre 400 rifiuti archeoplastici fanno parte della collezione e periodicamente contribuiscono a mostre ed esibizioni in musei “fisici”, scuole e fiere, dai flaconi di detersivo degli anni ‘50 ai giocattoli degli anni ‘70.

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