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Attualità

Pescatori e diportisti: una convivenza sempre più difficile

Riceviamo dalla A.Pe.Di.S. di Palermo una lettera che volentieri pubblichiamo nella speranza che questo annoso problema possa venir affrontato, una volta per tutte, nelle sedi appropriate.

La lettera ricevuta rende spunto dalle riflessioni, del nostro Gherardo Zei, e postate sul suo profilo Facebook, riguardo la sentenza di assoluzione del presunto conduttore dell’imbarcazione che provocò la morte del compianto Roberto Marcozzi.

In questo scritto, Antonio Aruta, Presidente dell’A.Pe.Di.S., attualmente Consigliere Regione Sicilia per la Subacquea – Nuoto Pinnato, affronta il problema della pericolosità delle imbarcazioni nei confronti di chi pratica la Pesca in Apnea, ma anche dei semplici nuotatori.

Decisa la posizione di Aruta che ritiene ormai “arrivato il momento di porre un freno a questo <<liberi tutti>> e portare un po’ di regole certe e di controlli adeguati da parte degli organi a ciò preposti“.

Il Presidente dell’A.Pe.Di.S. invoca l’intervento della FIPSAS che congiuntamente ad altre federazioni quali la Federazione Italiana Motonautica, la FIV, la FIN, etc, possa farsi parte attiva nel proporre al Legislatore interventi di tutela della sicurezza in mare attraverso opportuni strumenti.

Così come di recente abbiamo assistito all’introduzione della figura di reato di “omicidio stradale”, continua Antonio Aruta sarebbe necessaria l’introduzione del reato di “omicidio in mare”.

Aruta articola diligentemente e con estrema chiarezza tutte le ragioni e le basi di principio per una proposta del genere.

Potrete leggere la lettera di Antonio Aruta, per esteso, sul nostro numero di Ottobre.

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