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Attualità

Civitavecchia: tutti in piazza per salvare la Frasca

(Author: Gherardo Zei)

Per prima cosa due semplici parole per capire di cosa stiamo concretamente parlando quando
diciamo di voler salvare il litorale della Frasca.
Provenendo da sud, il litorale di Civitavecchia inizia con l’enorme estensione del porto di Riva di
Traiano che si allunga longitudinalmente verso nord. Subito dopo c’è il porticciolo della Lega
Navale e – immediatamente a seguire – la passeggiata; poi inizia il grande porto commerciale e
turistico di Civitavecchia il quale, dopo il recente allargamento, arriva fino al primo dei due
grandi impianti della Centrale Elettrica di Torre Valdaliga. Subito dopo si affianca senza alcuna
soluzione di continuità il secondo impianto.
Dopo la Centrale troviamo l’allevamento dell’attuale Itticoltura con i suoi scarichi e,
immediatamente dopo verso il largo, si vede il Terminal Petrolifero, in corrispondenza del quale
sono state imposte vaste zone di divieto, anche più vaste di quelle che sarebbero strettamente
necessarie.
A questo punto – alla buon ora – dopo dieci chilometri di cemento, ci si ritrova finalmente su un
tratto di circa quattro chilometri di litorale libero al godimento degli abitanti di Civitavecchia. Si
tratta di quello che resta della grande e gloriosa Frasca, un tempo una specie di paradiso
naturale di mare, circondato di prati e incastonato in una meravigliosa pineta. Oggi un luogo
molto meno bello di un tempo perché aggredito dalla cattiva politica del territorio e divorato, un
pezzetto alla volta, nel corso di trent’anni, ma sempre difeso dalla gente di mare di
Civitavecchia e da tutti gli appassionati di Roma che, come il sottoscritto, sono stati accolti
come fratelli dalla gente del posto.
Per tutti questi motivi ci siamo ritrovati a centinaia la mattina di sabato 8 febbraio nella piazza
del Pincio di Civitavecchia per gridare la nostra protesta contro il progetto di realizzare un
grande impianto di piscicoltura al largo della Frasca e per proclamare il nostro amore
incondizionato per quel litorale. Personalmente, dico solo che la presenza di un impianto di
piscicoltura come quello ipotizzato al largo della Frasca finirebbe, anche solo per i divieti
correlati alle fasce di rispetto, per sottrarre alla popolazione anche questo ultimo tratto di mare
rimasto libero.

sdr

Si tratta di un modo inaccettabile di fare politica del territorio. L’ennesimo errore nel corso di un
quarantennale processo di cementificazione del litorale che, come dicevamo prima, ha
mangiato un pezzetto dopo l’altro l’intera costa di Civitavecchia, trasformandola dal paradiso
naturale che era all’insediamento largamente industriale che è diventata. Ma qualsiasi cosa si
voglia pensare di quanto è successo in passato, credo che nessuno possa dire che sia giusto
oggi sottrarre alla popolazione anche quest’ultimo polmone che è la Frasca, costringendo gli
abitanti a recarsi in mare a molti chilometri di distanza a nord della foce del fiume Mignone.
Premesso questo, diciamo che la manifestazione è stata un successo e, a mio avviso, eravamo
molto più dei trecento che sono stati dichiarati nell’articolo comparso nella prima pagina della
cronaca di Civitavecchia del Messaggero di domenica 9 febbraio. Per quanto mi riguarda, è
stato un piacere e un onore unirmi a tutta la migliore gente di mare di Civitavecchia e sentirmi,
una volta di più, uno di loro.
Gherardo Zei

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