Connect with us

Interviste

Fuori dai denti con… Michele Giurgola

E’ sbagliato organizzare gare nell’abisso

Un passato da apneista di livello internazionale, oggi è istruttore e realizza bellissimi video divulgativi. E si diletta nella pesca profonda, però è critico verso le competizioni con campi che “spingono” verso quote estreme. «Trovo sbagliatissimo che gli atleti usino solo il piombo mobile, così facendo il margine di sicurezza si riduce molto. Non so cosa aspetta la Federazione internazionale a intervenire» di Gherardo Zei

Ho conosciuto Michele Giurgola a un Blu Camp di parecchi anni orsono. Chiacchierandoci nei dopo cena, che seguivano le impegnative giornate in acqua, Michele mi è sembrato fin da subito un ragazzo molto umile, quasi schivo. Tra una storia di mare e l’altra molti gli chiedevano dei suoi record e lui rispondeva con una serena sicurezza, che faceva un certo effetto, soprattutto tenendo conto che si stava parlando di prestazioni da considerarsi estreme anche per la platea di lupi di mare in cui ci trovavamo.

Giurgola è nato a Tricase nel 1979 ed è un apneista e un pescatore dotato di grande tecnica e capacità polmonare, che ha stabilito numerosi record in varie discipline dell’apnea. A lungo militante nella squadra azzurra, Michele ha inanellato, a partire dal 2012, una lunga serie di record e successi italiani e internazionali:2 record del mondo, 2 volte vice campione mondiale,7 medaglie internazionali, 9 record italiani indoor, 13 campionati italiani e 11 record italiani ulteriori.

Inoltre, oggi è estremamente popolare anche per i suoi meravigliosi filmati su Youtube che, in collaborazione con il suo sponsor, la Cetma Composites, raccontano le bellissime catture che Michele realizza nell’abisso.

Michele ha accettato di rispondere alla nostra raffica di domande “scomode” sulla situazione del mare e sulle prospettive future della pesca in apnea.

La situazione del mare

Cosa pensi della drammatica diminuzione del pesce che viene segnalata un po’ su tutti i litorali?

Quando prendo un pesce, in un primo momento sono contento di averlo catturato, poi mi rendo conto di aver strappato al mare un gran bel animale e, vista la situazione, mi viene un velo di tristezza. Detto ciò, credo che la pesca industriale stia devastando il nostro ecosistema.

Qual è in particolare la causa della desertificazione del bassofondo?

Secondo il mio punto di vista il guaio viene per l’80 per cento dalla mancanza di ricci e molluschi. Togliendo questi, il pesce si sposta in profondità per mangiare e, quindi, nel bassofondo ci rimane davvero poco. Ma non solo. Continuo a ripetere che la pesca industriale sta devastando ogni cosa.

Cosa pensi dell’epidemia che sta portando la Pinna nobilis sull’orlo dell’estinzione?

Penso che questa specie di grossa cozza sia molto sensibile all’inquinamento. Ricordo che tanti anni fa, quando ero alle prime armi come pescatore, ne vedevo a decine sul fondo sabbioso. Oggi non ne incontro nemmeno una! Ormai di rado vedo solo gusci vuoti.

Cosa pensi della fortissima diminuzione della popolazione dei ricci?

La colpa è del prelievo incontrollato dell’uomo. Forse dovrebbero vietarne la pesca per qualche anno…

Cosa pensi del fenomeno dei saraghi che si presentano gommosi o che, addirittura, esplodono in cottura?

Li chiamo ironicamente i saraghi big babol. Devo dire che nel Salento sono un bel po’ di anni che non me ne capitano. Non so da cosa può dipendere, non mi sono mai informato.

Cosa pensi delle normative che consentono il prelievo il cianciolo?

Sarò scortese, ma anche sincero. Colpa del governo che autorizza questo cattivo modo di pescare, pur sapendo il guaio che crea. Sinceramente, penso che queste persone non amino il mare e non lo conoscano! Ho visto con i miei occhi quello che può fare il cianciolo: è semplicemente la “distruzione del mare”

Credo che la tutela dei parchi marini abbia un senso se negli stessi non viene vietata anche la pesca professionale di ogni genere. Tu cosa ne pensi?

Il parco ha senso se è parco per tutti! Non capisco il senso del solo divieto per noi pescatore in apnea! Alla fine, l’apneista è l’unico che può scegliere in base a un giusto criterio la propria preda.

Ogni anno di più dopo le mareggiate sulla spiaggia si trovano soprattutto plastiche e oggetti di natura antropica al posto delle conchiglie e stelle marine di un tempo. E i parchi non sono immuni da questo fenomeno. Cosa ne pensi?

Parco o non parco poco importa. Chi ama il mare dovrebbe prendersi cura di un pezzo. Io lo faccio continuamente, senza vergogna! Quando sono in gommone riempio i gavoni di tutte le plastiche che trovo. Dopo le mareggiate vado davanti al mio litorale a riempiere quello che il mare ci restituisce. Per me è una forma di rispetto nei suoi confronti, mi fa sentire bene e in armonia con la natura.

In una pubblicità in televisione si parla di pesce prelevato in un modo sostenibile certificato. Ma tu pensi che possa esistere una cosa del genere?

Ma non prendiamoci in giro… L’uomo farà di tutto per catturare quanto più pesce possibile grazie ai sonar e a chilometri di rete. Tempo pochissimi anni e non resterà nemmeno una sardina.

Su Facebook girano filmati con scene spaventose di singole “calate” con tonnellate di pesce ciascuna. Un tempo queste cose non si vedevano e non si sapevano, ma adesso che chiunque può prenderne visione come mai che questi filmati non scuotono le coscienze della tanta gente comune? E come mai gli animalisti vanno talvolta a sabotare le persone che stanno pescando qualche pesciolino con la canna da riva invece di prendersela con gli autori di quelle stragi?

Inizio dall’animalista. Il pesce infilzato non è ben visto perché viene associato alla sofferenza dell’animale. Credo che sia questo il motivo dell’odio nei nostri confronti. Per le mattanze che vediamo sui social, non ci sono problemi. Perché tra pochi anni non ci saranno più! Vuoi sapere il motivo? Finiranno i pesci, caro amico mio. L’essere umano è la rovina di questo pianeta, lo stiamo portando velocemente sull’orlo del precipizio…

Cosa pensi dei mutamenti climatici in Mediterraneo?

Negli anni ho visto la vegetazione che è cambiata di gran lunga. Ci sono alcune specie di alga che addirittura non crescono più. E questa la dice lunga su ciò che sta avvenendo!

Cosa pensi dei pesci di origine oceanica che si stanno diffondendo sempre di più nei nostri mari? Si dice che oggi stia arrivando anche il pesce palla e che molte alghe infestanti stiano sloggiando le nostre specie autoctone, modificando anche la dieta degli altri abitanti.

Al momento non mi è mai capitato di vedere nulla, neanche il pesce palla. Ma non sono ben informato su questo argomento. Spero solo di evitare specie molto, molto grandi e affamate…

Che tipo di consapevolezza pensi che abbia la gente comune di questi fenomeni?

Credo che la gente veda le cose in modo superficiale. Come se non ci fosse un domani! Mi chiedo cosa lasceremo ai nostri figli.

I due mesi di blocco del Covid 19 hanno avuto un effetto benefico sul mare?

Troppo pochi per notare un cambiamento in positivo.

La pesca subacquea

Un recente Campionato del mondo ha fatto diventare normali quote oltre i 40 metri. Cosa pensi di questo fenomeno, sia in funzione della sicurezza che in funzione della pesca?

Non sono un agonista della pesca, non amo quel settore, quindi lo seguo da lontano. Quello che vedo è che si avvalgono del solo piombo mobile. Molti atleti non sanno nemmeno cosa sia scendere profondi in costante. Non hanno il margine in più di sicurezza, si cullano del solo attrezzo per raggiungere quote importanti. Molto triste e anche pericoloso a mio avviso. L’agonista mette a serio rischio la propria incolumità a causa del taravana, e non solo. Non capisco sinceramente come la federazione internazionale possa permettere simili campi gara.

Oltre a questo, l’attuale pesca profonda si avvale di ecoscandagli di una precisione rivoluzionaria, che riescono a marcare il singolo pesce. Cosa ne pensi di questo fenomeno?

Non è assolutamente sportivo, lo ammetto. Da 2015, comunque, anch’io li uso, e sono eccezionali. La tecnologia di oggi è davvero comoda. Li possiamo associare al telefono di oggi, con le tante applicazioni che ci permettono di semplificare la nostra vita quotidiana. In ogni modo, siamo tutti schiavi consapevoli e contenti.

Coloro che continuano a pescare a quote umane si sono specializzati a loro volta con uscite prevalentemente all’alba e usando mimetismi estremi. Cosa ne pensi delle nuove tendenze del mimetismo?

Amo la pesca invernale nella schiuma, in pochissimi metri d’acqua. Sinceramente non mi avvalgo del mimetismo, ho mute di colore neutro, nonostante tutto ciò il pesce lo prendo. Credo che il mimetismo estremo funzioni solo su fondali piatti, dove non si ha una buna copertura. In questo caso diventa davvero utile.

Negli ultimi anni il numero dei praticanti ha continuato a crescere, in controtendenza rispetto alla costante diminuzione del pesce. Come spieghi questo strano fenomeno?

Da Istruttore e Maestro federale, credo che i social e i tanti corsi stiano dando un segno marcato in questo tipo di disciplina. Molti ragazzi vengono da me anche per il solo gusto di trovare un rapporto di libertà al di fuori dal contesto quotidiano. Sono contento di tutto ciò, perché vuol dire che l’obiettivo dell’allievo non è soltanto catturare la preda ma, soprattutto, ritrovare se stesso.

Si sono diffusi sempre più i viaggi in oceano. Pensi che un domani potremo pescare ancora a casa nostra o che in futuro la nostra sarà soprattutto una’attività da viaggiatori?

Non ho mai fatto viaggi per inseguire la preda dei sogni. Ma se riuscissi a organizzarne uno, andrei senz’altro per godermi l’intero contesto del viaggio, con annesso predone ovviamente. Però, il nostro mare regala ancora incontri da sogno, anche se sono sempre più rari. Il mio auspicio è di continuare così e di non dover essere costretto a migrare in un altro continente per sparare a un bel pescione

La comunità dei pescatori e le sue regole

Le normative che regolano la pesca sono particolarmente confuse e aumentano continuamente le zone interdette al nostro sport per le motivazioni più varie e spesso discutibili. Cosa pensi che succederà? Credi che alla fine le aziende di settore si uniranno per reagire a questa situazione che mette in pericolo un intero settore industriale?

Devono reagire, in primis le aziende, poi la Federazione e per finire noi pescatori. Altrimenti cambio sport! Mi dedicherò solo alla traina e bolentino…

Cosa sta facendo la Federazione in favore della pesca in apnea? La recente polemica sull’abolizione delle gare in apnea in acque interne ha dato l’impressione di un certo disimpegno della Fipsas rispetto al nostro sport e anche di una forte spaccatura tra cannisti e subacquei. Tu cosa ne pensi?

Non ho seguito bene la questione, ho saputo di questo stop alle gare interne da amici. Il lago ha grossi limiti, mille volte peggio del mare, ma non ho le conoscenze per dire se è giusto o sbagliato quanto avvenuto.

Si parla spesso di riaprire gli antemurali esterni dei porti alla pesca in apnea. Ma, a parte alcuni casi singoli, quasi tutti sono rimasti chiusi e, anzi, sempre di più le aree portuali vengono vietate in modo rigoroso e senza tolleranza anche ai pescatori con la canna. Noi siamo nati e cresciuti prendendo piccole boghe e saraghetti con le canne di bambù tra una barca e l’altra e ho l’impressione che questo tipo di divieto sia un regresso culturale. Vorrei avere il tuo autorevole parere.

Ho assistito a un “non puoi pescare”, chiudi le canne altrimenti ti devo multare” che mi ha lasciato senza parole. E’ stato detto dalle autorità a un ragazzo disabile sulla sedia a rotelle. Davvero molto triste! Lui non può pescare dagli scogli, non lo può fare. Gli resta il moletto per vivere la sua enorme passione per la pesca. Ma niente, viene continuamente cacciato via! Da ragazzino sono cresciuto su quel moletto tra l’odore delle reti e le barche. Da li è iniziato il mio grande amore per il mare, prendendo i primi pesciotti. La nuova generazione, però, non può godere di quella magia.

Oggi i pescatori sono uniti in migliaia di comunità virtuali sul web (Facebook, YouTube, forum tematici, siti di negozi, riviste e quant’altro). Cosa ne pensi dei nuovi modi in cui si declina e socializza quella che un tempo è stata la “tribù delle rocce”?

Sono favorevole ai social e al web in generale. E’ bello condividere le proprie esperienze ed emozioni, ma ci sono due punti critici non di poco conto. Spesso si vedono foto con prede messe in ridicolo! Dovemmo fare più attenzione ed essere un tantino più rispettosi nei confronti di ciò che prendiamo. Una seconda critica è quella che nessuno osa mai condividere i propri inconvenienti che avvengono durante le uscite in mare. Credo che questo potrebbe contribuire a creare dei dibattiti costruttivi. Così facendo potremmo creare più interesse a non incappare in brutti episodi.

Noi eravamo tutti autodidatti, ma oggi un numero sempre superiore di pescatori proviene dalle scuole di apnea. Cosa ne pensi?

Quando ero alle prime armi sono incappato in brutti episodi, non conoscevo nulla sull’apnea, ero davvero a zero. Spesso racconto sui social e agli allievi le mie esperienze negative, anche quelle avvenute durante le competizioni. Sperando che questo possa servire a prendere conoscenza, consapevolezza e attenzione. Questo sport può essere fatale anche in pochi metri di profondità. E in ogni sport ci sono scuole. Ecco perché le ritengo fondamentali.

Quale idea pensi che abbia la gente comune oggi della pesca in apnea?

La maggior parte delle persone comuni vivono in funzione del solo contatto terrestre, senza sapere che in realtà la nostra vera natura è il mondo acquatico. La gente vede solo quello che vuole vedere, fa fatica a guardarsi dentro. Quello che succede nel nostro mondo ovattato è magia, vallo a spiegare alla persona della strada!

Seguici su Facebook

Altri articoli in Interviste