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Itinerari

I sorrisi di Capo Verde

Emozioni, immagini, ricordi di questa splendida isola. Un modo diverso di intendere una trasferta di pesca. Il modo del Team Salvimar di Monya Rossi

La comunicazione 2020 di Salvimar si propone di continuare un viaggio iniziato in Sardegna, una delle mete più amate da chi vive il mare in prima persona. Vuole andare oltre e portare la sua allegria contagiosa e la sua dinamicità nel mondo… Lasciando una scia di verde acido! in ogni persona che incontra!” Così è stata definita la trasferta oltre oceano organizzata dall’azienda.

Parte un nuovo viaggio per Capo Verde, dove poter conoscere e affrontare un oceano, dove condividere con gli abitanti i nostri sguardi e sorrisi. Un’esplorazione di grandi spazi, un senso dinamico di avventura e libertà, una ricerca di nuove esperienze.

Il Team Salvimar “Entra nel vivo”, “Va in diretta”, si aggira nelle stradine di Boa Vista, all’interno delle favelas… Percorre le dune desertiche fino a immergersi nel blu intenso dell’oceano. Un paesaggio universale di cieli aperti e ampi orizzonti.

Il primo giorno ci trova entusiasti, siamo pronti per visitare l’isola e scoprire tutte le meraviglie da poter vivere e immortalare. I miei compagni di viaggio sono Massimo Quattrone, collega e grande amico, Marcello Parmeggiani, un talento Salvimar pronto ad affrontare la sua prima pesca nel blu. Il cuore Salvimar della Spagna ha il nome di Chio Tulsa, pescatore di grande esperienza. Poi, c’è Andrea De Camilli, cliente, amico e supporto fondamentale. Con lui abbiamo esplorato l’oceano grazie alla sua meravigliosa barca di “Spearfishing Adventures”. Infine il più importante, chi ha fissato in un video eccezionale la nostra avventura: Svein Hyttebakk, da anni affezionato “fans” Salvimar! E… ci sono anche io, con tanta voglia di guardare il mondo attraverso il mio obiettivo.

Dopo i primi saluti chiedo ad Andrea di portarci a visitare le Favelas, lui non è molto convinto ma io insisto perchè desidero vivere appieno con ogni singola persona questa esperienza. Il giro esplorativo ha subito acceso una lampadina creativa in me.

Stanchi dal viaggio, una cena veloce e si spengono le luci, domani si parte presto per la nostra avventura oceanica!

Ci ritroviamo al mattino nell’atrio dell’appartamento. Andrea ci aspetta con il Pick Up per caricare l’attrezzatura… è tantissima! Conosciamo Zaya, che farà parte del team Salvimar, una splendida ragazza Capoverdiana che ci stupirà con la sua eleganza in acqua; una vera sirena.

Dopo ore di preparazione siamo pronti a salpare sulla splendida barca di Andrea. La temperatura è perfetta: il vento e il mare sono amici dolci.

La sensazione di libertà, il respiro profondo e pulito che si prova in mezzo all’oceano trasmette magia.

Subito il team Salvimar si immerge per pescare e fare riprese. Le ore scorrono con impegno e intensità. Ed ecco le prime meraviglie: Quattrone esulta riaffiorando con un esemplare di dolphinfish, i colori sono bellissimi, è un’opera d’arte! Non si fa attendere molto anche il nostro Chio, un altro dolphinfish dalle dimensioni impressionanti. La giornata continua, mentre io cerco di cogliere e fissare attimi. Zaya è il mio soggetto preferito. Si tuffa, volteggia e danza nell’acqua con una gioia immensa.

Massimo emerge con un ricercatissimo wahoo, le striature e la colorazione di questo esemplare si fondono con l’oceano.

Una giornata particolare è stata quella di Marcello, il giovane del gruppo, che non avendo ascoltato i consigli dei pescatori più esperti ha montato un’asta mono aletta invece del più adatto Slip-Tip Salvimar, strappando, per due volte, un wahoo.

Tutto è andato bene, siamo soddisfatti e rientriamo. Scesi dalla “Spearfishing Adventures” e raggiunta la terra con un piccolo gommone, sulla spiaggia ci accolgono i bambini del posto con grandi sorrisi. Li è iniziato il mio divertimento; poter fissare quegli occhi radiosi di fronte ai pesci, per loro fonte essenziale di nutrimento, è stata un’esperienza di vita. Nessuna posa, ho colto solo ogni attimo! C’è chi accendeva il fuoco, chi faceva surf con una tavoletta di legno, chi puliva i pesci più piccoli senza scartare nulla, nemmeno le interiora. La nostra giornata ha portato piccoli doni della natura a tutti loro.

La luce inizia a calare, decido di raggiungere le favelas per portare il resto del pescato alle famiglie. Gli abitanti di Boa Vista si mostrano cordiali, le baracche evanescenti risplendono di colori bellissimi. I bambini giocano con i copertoni delle ruote come un tempo. Un tuffo nel passato ma anche nella povertà. Desiderano essere fotografati, immortalati in quei momenti di interazione, ci stringiamo le mani, ci scambiano sorrisi, idee e racconti di vita quotidiana. Ricambiamo l’ospitalità con il pescato. Non ho mai visto tanti bambini così felici in modo così semplice.

Il giorno successivo optiamo per il misterioso deserto che si libera nell’oceano. Andiamo all’avventura con il Pick Up, non molto attrezzato per il tipo di percorso, ma partiamo lo stesso. Dopo ore di viaggio per oltrepassare il deserto e avvicinarci all’oceano, ecco la situazione che speravamo non dover affrontare: insabbiati! Io e Zaya andiamo a cercare pietre. “Come un ago in un pagliao”; Ivan, il nostro amico capoverdiano assieme ad Andrea iniziano a spostare la sabbia per liberare la ruota. Dopo diversi tentativi riusciamo finalmente a ripartire. E a riprendere la nostra avventura. Abbiamo anche trovato uova di tartaruga che prontamente abbiamo messo in sicurezza dai predatori, coprendole con la sabbia.

Non ci siamo fermati un attimo tanto da non sentire più la stanchezza. Sarà il film stupendo diretto da Svein a farvi provare tutte le emozioni che abbiamo vissuto e a raccontarvi i giorni ancora trascorsi.

A Boa Vista il detto è “no stress”; noi non ci ricordiamo più cosa significa questa parola, ma quando stai con persone come loro vi assicuro che non serve neanche pronunciarla, ti avvolge lieve senza che te ne accorgi.

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