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Agonismo

Il Mondiale, Bardi e il ruolo di Puretti…

Mancano meno di 2 mesi al Mondiale di pesca in Sardegna, un appuntamento “storico” visto che la rassegna iridata torna in Italia dopo più di 30 anni e precisamente dal 1989, quando a San Teodoro, sempre in Sardegna, vinse il grande Renzo Mazzarri.

La posta in palio è alta, gli azzurri giocano in casa e hanno tutte le carte in regola per ben figurare. La squadra è pronta già dal mese di marzo del 2019 (il Mondiale era previsto nel 2020, poi è stato rimandato per la pandemia) ed è composta da Dario Maccioni, Giacomo De Mola e Cristian Corrias, con Luigi Puretti nel ruolo di riserva. Una scelta, quella fatta dal Dt Marco Bardi, non facile e che, come sempre accade, ha scatenato soprattutto sui social discussioni a volte anche accese. Discussioni alla quale Bardi ha preferito tenersi lontano intanto «perché non posso passare ore e ore a rispondere a tutti», ci ha spiegato, e poi «perché qualsiasi mia dichiarazione può venir strumentalizzata e usata per altri fini. E questo non è giusto e andrebbe a minare l’armonia in squadra». D’altronde, anche in altri sport più o meno famosi difficilmente l’allenatore o il Dt intervengono in prima persona sui social a rispondere perché ha giocato tizio piuttosto che caio…

Però c’è un argomento che più di altri sta riscaldando il pre Campionato: la mancata convocazione di Puretti nel ruolo di titolare, discussione che ha preso nuovo vigore dopo l’ottimo secondo posto conquistato dall’atleta al recente Assoluto.

«Se ne parla da tanto tempo – ha tenuto a precisare Bardi – e vorrei che la cosa venisse chiarita una volta per tutte. Le convocazioni sono state decise 2 anni fa. Ritengo infatti che un atleta rende al meglio se sa per tempo che dovrà gareggiare; ha così modo di prepararsi sia dal punto di vista fisico sia da quello mentale e organizzativo. Pertanto, dopo l’assoluto del 2019 ho reputato che al Mondiale del 2020 (poi spostato a quest’anno) sarebbero scesi in acqua De Mola, Corrias e Maccioni. Non dimentichiamo che a quei tempi Puretti aveva problemi di compensazione, avrebbe dovuto operarsi al naso e non sapeva nemmeno se avesse preso parte all’Assoluto; poi tutto andò bene, gareggiò e quel Campionato pure lo vinse. Ma io avevo ormai deciso. Tant’è che se dovessi fare oggi le convocazioni per Arbatax Puretti sarebbe titolare. Ma non troverei corretto cambiare le carte in tavola a neanche 3 mesi dal Campionato. Vorrebbe dire buttare alle ortiche il lavoro di quasi 2 anni».

Com’è il vostro rapporto?

«Con Luigi ho un ottimo rapporto. E’ un ragazzo intelligente e si è messo al servizio della squadra. Vorrei sottolineare che il ruolo della riserva è fondamentale e sono sicuro che si impegnerà al massimo. Credo nelle sue potenzialità e infatti posso affermare che Luigi sarà titolare in nazionale per i prossimi anni. Tornando al suo ruolo, dovrà fare da filtro tra gli atleti; preparerà per conto proprio, così potrò avere anche il suo punto di vista da confrontare con quello del resto della squadra. In più sarà in grado di aiutare chi magari starà andando fuori strada durante la preparazione, ovviamente senza svelare segreti di altri. Un lavoro di qualità e di quantità importantissimo. Un po’ come avvenne con Ascione nell’Europeo vinto in Danimarca. Il suo contributo fu determinante e mi dispiace che non fu valorizzato come si sarebbe meritato».

Dichiarazioni che dimostrano, al di là delle opinioni personali, quanto Bardi ci metta “sempre la faccia”. Cosa poi non così scontata, nella pesca come in altri sport. Il lavoro di un Dt non è solo scegliere i 3 titolari e la riserva, è un mosaico che abbraccia mille aspetti, da quello psicologico a quello legato alla logistica. E il suo operato va giudicato nell’insieme. Quel che è certo è che ha preso la Nazionale nel 2016 e in questi anni ha creato un gruppo che prima non c’era. Ha dato vita a un nuovo ciclo, ottenendo risultati di tutto rispetto. Ora c’è la prova più dura: un Mondiale in casa, che ci vede partire non come favoriti ma con le carte in regola per potercela giocare. E’ il momento di raccogliere quanto di buono si è seminato.
Luca Laudati

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