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Test e Presentazioni

LG Sub Supreme 14 – Con quella canna un po’ così…

Le nostre prove di Emanuele Zara

Un capolavoro di meccanica. Così potremmo definire questo fucile che monta un fusto tronco-conico nella parte finale e una canna dall’inedito diametro di 14 mm. Abbiamo provato il 112 e le prestazioni con l’asta da 7 sono state notevoli. 3 passate stirate con veemenza

La LG Sub ha in serbo una grossa novità, l’LG Supreme 14, un fucile dotato di un inedito diametro di canna interna, per l’appunto da 14 millimetri. Una misura nata per garantire maggiori prestazioni e che, a fronte di una precarica d’esercizio bassissima, quasi sempre sotto le 20 atmosfere, assicura velocità e gittata esuberanti.

Ho ricevuto un 112 (precaricato dalla casa molisana a 16 bar) e subito spicca la colorazione blu mare, una tinta assai elegante, ottenuta mediante un procedimento di anodizzazione a spessore della lega di alluminio. Per chi non lo sapesse, l’azienda realizza in proprio tutti i suoi prodotti senza usare stampi, ma lavorando solo con macchine utensili di alta precisione e rigorosamente dal pieno!

Il Supreme 14 condivide la struttura e il progetto tecnico del Manilu Revolution, quindi si apprezzano pochi elementi strutturali come l’impugnatura con il castello di colore blu in lega metallica; sul lato destro, l’unghia sganciasagole automatica regolata da una micro molletta in inox. Il calciolo, sviluppato nella porzione anteriore con un prolungamento che costituisce l’elsa, è denominato LG Sensitive Ergonomic; anche questo pezzo è ricavato dal pieno da un parallelepipedo di Delrin, di colore bianco. Il particolare del grilletto è una vera chicca: la mezzaluna in lega di alluminio con la sede per il polpastrello finemente zigrinata è infulcrata su una lastrina di Delrin; permette la regolazione di interasse e l’inclinazione. Sulla culatta è visibile la valvolina per incrementare o diminuire la precarica: peccato che non venga fornita a corredo la pompetta.

Solidale all’impugnatura è innestato il fusto, che ha un profilo cilindrico per un tratto e poi decresce a sezione troncoconica sino all’ogiva. E’ l’unico ricambio che proviene da un fornitore esterno, ma anche per questo la tecnica della realizzazione è puramente meccanica. Si tratta di una deformazione a freddo di un cilindro da 40 mm portato per un tratto prestabilito a 30 con conseguente compattezza delle molecole e una robustezza eccezionale nel tratto terminale.

Il valore di compressione del fucile è calcolato scientificamente e quindi differisce da tutti i fusti del Manilu Revolution. La prova tangibile l’ho avuta in mare: l’azione di carica dell’asta è fluida e progressiva sino all’attacco del dente sul codolo, non dà mai la sensazione “d’incomprimibilità” che a volte si accusa nei canna 13 tradizionali.

Alla fine del serbatoio c’è un’ogiva, dotata di mirino a fibra ottica e una nuova testata che ora permette di caricare il fucile direttamente sott’acqua, di ispezionare facilmente l’X-ring responsabile della tenuta stagna, di ridurre l’attrito quando si spara grazie a una serie di fori svasati posti sulla circonferenza.

Ben 10 le lunghezze operative: dal cortissimo 52 al 132.

Quando sono andato per la prima volta in acqua la curiosità (anche tra i miei amici) era tanta. In vita mia ho provato pneumatici con canna da 11, 12, 13 e ora anche da 14 mm; che emozione! Prima di scendere in acqua ho dedicato qualche minuto a sistemare il monofilo con i due sleeve a disposizione e a personalizzare il grilletto. Ho impiegato la brugola di serie, ho allentato il grano avvitato sul supporto in Delrin e ho arretrato e leggermente inclinato sulla sinistra la mezzaluna metallica. Così è perfetto.

Procedo al caricamento dell’arma. Di solito non appoggio il calcio sul collo del piede, sono abituato a stringere il pneumatico tra le gambe e con questo sistema arrivo giusto sulla cuspide della tahitiana con il carichino senza prolunghe. Spingo l’asta dentro la canna. in verità non so cosa aspettarmi, la LG Sub mi ha riferito che la precarica del Supreme 112 è di circa 16 atmosfere. Imprimo una certa forza, non maggiore rispetto a un LG MR 112 precaricato a circa 20/21 atmosfere, per dare un’idea approssimativa. Uno sforzo progressivo, costante ma che non avverto mai “incomprimibile”, neppure nel tratto finale. Tutto ok.

Le passate di monofilo sono tre, circa 6 metri abbondanti. Provo l’assetto. Il fucile abbandonato carico in superficie resta in orizzontale poi lentamente scende il puntale. La sequenza di foto scattate mostra l’ottima stabilità e considerando l’asta da 7, il serbatoio troncoconico, quasi tutta l’arma costruita in lega di alluminio direi che il risultato è estremamente soddisfacente.

Le condizioni meteo marine di questo periodo (è fine novembre) sono accettabili: l’acqua ancora non troppo fredda e parecchi cefali in giro. Inizio una serie di aspetti in medio fondo. Vedo in lontananza un branco di muggini, ma non mi accorgo che un grosso esemplare solitario mi passa a fianco. Ruoto il fucile, pianissimo e il pesce in allontanamento mi offre una chance.

A braccio teso lo metto in mira, linea pulita e quel curioso riferimento rosso della fibra ottica che aiuta non poco. Premo il grilletto, sento solo il colpo del pistone sulla boccola d’ammortizzo (attutito), null’altro, nessuna schiuma in testata, nessun arretramento forte del calcio. E non scorgo l’asta in uscita. Una sensazione strana, inaspettata.

Il cefalo, di circa 1.5 chili, viene trafitto, passato nel nylon. Ha preso una scoppola decisa: la legnata gli è arrivata come un fulmine, si dibatte poco. Accidenti che tiro! L’asta ha terminato la sua corsa ben oltre il corpo del muggine. Come primo test direi che il pedigree è notevole.

Ricarico e mi dirigo verso una sovrapposizione di lastre. Mi apposto sotto un gradino, in una depressione allungata. Il Supreme 112 è più o meno ingombrante come un arbalete 95, ma non ci sono le gomme e l’affusto tronco conico offre un attrito ridotto. Risultato: lo si riesca a manovrare agilmente anche in corrente, a muoverlo su tutti i piani senza la minima fatica.

Lo impugno in modo spontaneo, mi trovo a mio agio, si può usare anche in schiuma. Sono arrivate le prime spigole, chissà se oggi ne incontro qualcuna. Mentre osservo il ciglietto scorgo del movimento. Li per li non capisco cos’è, ma dopo qualche istante intuisco che i branzini ci sono. Nuotano nervosi in pochissima acqua, stanno in corrente. Il mare è pulito. Provo a percorrere carponi una parte del ciglio per vedere se si avvicinano un po’. Riesco ad appostarmi di nuovo e a stare abbastanza fermo; finalmente i pesci transitano leggermente più a portata.

Inutile dire che mi concentro sul più grosso, si tratta di un bel branzino, il più bello ma pare anche il più scaltro. Appoggio il Supreme 14 con l’asta appena sotto una macchia d’alga, scruto la fascia d’acqua e mi preparo. Passa un’onda, la spigola scompare nel flusso, poi riappare. Perdo l’attimo, non ci sono altri posti adatti a nascondersi, tutto piatto ma quando mi riposiziono trovo il pesce leggermente di muso, piuttosto lungo. Tento. Lo inquadro bene e sparo immediatamente, prima che si dilegui. Tump! Raggiungo la spigola con la 7 mm, presa in pieno, passata nel nylon dalla guancia al dorso. Un tiro davvero incredibile! Una spigola di poco meno di tre chili trapassata come burro, senza dargli neanche il tempo di voltarsi!

Con il mio amico Luca abbiamo provato il fucile anche in altre due occasioni prima di scrivere la recensione e una giornata abbiamo trascorso un paio d’ore a sparare su un bersaglio fisso. Confermo che lo sgancio è dolce e parecchio sensibile, il leggero rinculo assorbito dalla presa alta, il rumore sommesso grazie alla nuova boccola di ammortizzo montata sulla Black Head. Come prestazione nulla da eccepire: i 16 bar di precarica sono perfetti.

L’impugnatura e la meccanica

L’impugnatura è la stessa del Manilu Revolution. Un progetto che condensa la filosofia aziendale, uno sfoggio chiaro e inconfutabile dell’abilità straordinaria a padroneggiare macchine utensile e materiali. E’ composta da un castello in lega di alluminio anticorodal 6060, pezzo che si innesta sul serbatoio formando un insieme di assoluta rigidità. Su questa base solidissima si unisce a slitta un calciolo in Delrin, disponibile destro o sinistro, plasmato nello stesso modo e rifinito per certi versi ancora meglio. Oltre l’incastro a slitta, i due pezzi sono vincolati da due spine in inox da 4 mm. Di fianco al castello, sul lato destro, c’è lo sganciasagole dinamico, in alluminio, comandato da una mollettina in inox. Lavora con il supporto del grilletto, le parti a contatto sono minime e progettate per offrire il minor attrito possibile. Il grilletto è come detto un capolavoro di meccanica e funzionalità. Sotto l’elsa c’è un forellino, si inserisce la chiave a brugola in dotazione e si svita il grano: il gambo del grilletto è libero di spostarsi in avanti o indietro, inclinarsi a destra o sinistra. La meccanica è arretrata, sfiora la valvola a spillo; raffrontata a uno sgancio tradizionale circa 30 mm in meno. Il dente di sgancio è unico, in acciaio inossidabile 400, temperato sino a raggiunge una durezza di oltre 55 punti Hrc; è montato sulla canna senza giochi laterali e possiede un dente disegnato per fare il minimo attrito con il codolo del pistone. Il perno di connessione da 1.5 mm scorre all’interno di una bussola guida di centraggio in Delrin autolubrificante.

Il fusto

Inizialmente ha uno sviluppo cilindrico (40 mm in esterno) per poi affinarsi in un troncocono e terminare a 30 mm. Ogni pezzo è ottenuto per deformazione a freddo: si parte da un cilindro in lega di alluminio anticorodal 6060 T5 che, seguendo il progetto, viene compattato e ridotto di diametro. Ecco perchè il tratto terminale diviene ancora più robusto. Gli adesivi laterali, con il logo aziendale e la denominazione Supreme 14, sono in Pvc, leggermente a rilievo e vengono termo applicati per garantire una maggiore tenuta.

La canna e il pistone

Misura 14 mm (in esterno 18) ed è una novità assoluta. La scelta è caduta su questa misura dopo una serie di test che hanno evidenziato prestazioni esuberanti a fronte di un basso valore di precarica. Una tubazione leggera, robusta, ripresa dalla LG Sub per le lavorazioni fini comprendenti luci di travaso maggiorate, controllo del calibro interno, filettature metriche per il montaggio dell’arma. Naturalmente, la lunghezza delle canne è maggiore di circa 30 mm rispetto a una canna tradizionale, la valvola di carica che la trattiene sul castello dell’impugnatura è molto corta. Per il discorso della meccanica arretrata, anche il pistone possiede una lunghezza ridotta; nel complesso si guadagnano circa 40 mm di corsa utile. Il pistone Lg Speed è tornito dal pieno, calibrato su ogni canna ed è mono O-ring, quindi offre il minor attrito possibile. Ma l’aspetto più innovativo è la finitura che si apprezza alla base della sede per l’O-ring: è finemente godronata, una tecnica di lavorazione che sulle materie plastiche è assai difficile da realizzare. La Lg Sub ha creato una trama zigrinata, micro scanalata, che trattiene meglio il lubrificante. Il codolo è in acciaio inox con una semisfera raggiata sul disegno del dente di aggancio temprato: con pochi punti di contatto lo sgancio è rapido e dolce.

L’ogiva

Viene scavata con macchina Cnc dal pieno ed è in Delrin: si chiama Optica Light. Il sigillo stagno è garantito da un triplice sistema di guarnizioni: doppio O-ring nella porzione a contatto del serbatoio e O-ring singolo posto all’interno dell’ogiva. Sulla sommità la tacca di mira con fibra ottica longitudinale, di colore rosso, progettata per puntare l’arma e trovare subito il riferimento sul bersaglio. I due bracci laterali consentono di passare le volute di sagola comodamente (io metto il filo a cavalluccio su entrambi i braccetti, si piega meno il nylon) e in uno dei due è possibile inserire la sagola proveniente dentro il passafilo in inox. La giunzione con la testata continua con un profilo conico.

La testata

Denominata LG Black Head, è bi-strutturata (lega di alluminio per il corpo testata, Delrin per il terminale plastico) e lavorata dal pieno; passa di poco i 20 grammi. Il primo aspetto che colpisce riguarda il terminale in Delrin che, come un cappuccio, ricopre totalmente il corpo in lega di alluminio; la precisione di accoppiamento è calibrata al decimo di millimetro poiché concorre a tenere in posizione il bordo esterno della guarnizione X-ring. La LG Sub ha ideato un modo per annullare l’attrito dovuto a quel residuo d’acqua che resta intrappolato tra la guarnizione stagna e lo scorrisagola. La macchina utensile ha creato ben sei luci di scarico, ampie e angolate sulla circonferenza del terminale. Ora con la Black Head si può armare il pneumatico direttamente immerso ma, soprattutto, non si vedrà mai più il classico sbuffo e l’asta esce con una “pulizia” assoluta. All’interno c’è una nuova boccolina d’ammortizzo, la Dynamic Evolution, rivista come diametro (adattata al calibro maggiorato del pistone), materiali e durezza. Il principio di funzionamento è sempre quello della deformazione elastica all’urto del pistone.

La dotazione di serie

Il Supreme 14 è un cosiddetto pronto pesca. L’asta è la LG Classic da 7 mm, lunga 125 cm (pesa 384 grammi), con doppia aletta contrapposta e conetto, e kit scorrisagola speciale allegato: il sistema sottovuoto funziona in simbiosi con la testata e garantisce il sigillo stagno durante l’azione di carica. C’è poi il mulinello Small a sviluppo orizzontale, imbobinato con sagolino Dyneema SK75 da 1.5 mm; la matassina di monofilo è corredata da doppio sleeve a canna di fucile.

Ai voti!

  • Tecnica di costruzione e rifiniture La LG Sub realizza il Supreme 14 interamente in Italia e in modo artigianale, impiegando esclusivamente macchine utensili e centri di lavoro a Cnc. Un lavoro “certosino”. Ogni dettaglio risulta preciso al centesimo di millimetro, curatissimo 10

  • Assetto Con mulinello e tahitiana da 7 si è rivelato molto equilibrato, quasi neutro. Scende lento in orizzontale 9

  • Maneggevolezza Fuori tutto misura poco più di 116 centimetri. Un ingombro operativo che è quasi identico a quello nominale e, in considerazione della meccanica arretrata, addirittura lo pareggia. Ottima la manovrabilità complessiva. Anche pescando nel bassofondo, con la risacca, si è dimostrato perfettamente gestibile 9

  • Sensibilità di sgancio Eccezionale, è ancora più sensibile rispetto al Manilu Revolution! Il merito è probabilmente della bassa precarica, fatto sta che non si avverte lo stacco del pistone dal dente di ritegno. Fluido e pronto, straordinario. C’è inoltre la possibilità di regolare finemente il grilletto 9.5

  • Prestazioni Il tiro sorprende davvero. Rumore d’impatto pistone/ nuova boccola di ammortizzo abbastanza sommesso, rinculo quasi non percepibile, nessuna bollicina o schiuma all’uscita della tahitiana, asta velocissima, tiro teso sino a ben tre passate di monofilo 10.

  • Rapporto qualità/prezzo. Costa 590€, che non sono pochi. Però siamo al cospetto di un fucile davvero fantastico 8

I Top.

  • Spara da lasciare basiti: l’asta non si vede e arriva precisa sul bersaglio stirando con veemenza le tre passate di monofilo. Difficile pretendere di più

I Flop.

  • Il fucile viene venduto senza la pompa a iniezione per variare il valore di precarica. Una piccola pecca su un grande prodotto

Scheda tecnica

Impugnatura: castello ricavato dal pieno in alluminio, calciolo ergonomico scolpito dal pieno in Delrin, giunzione a slitta con spine in inox di blocco

Meccanica di sgancio: arretrata, con il dente in inox temperato, pistoncino di connessione da 1.5 mm

Serbatoio: a profilo cilindrico/troncoconico, in lega di alluminio anticorodal 6060 T5 deformata a freddo

Canna: in lega di alluminio da 14 mm di diametro interno e 18 mm esterno

Regolatore di potenza: assente

Asta: Sub Classic da 7 mm, doppia aletta con conetto

Misure disponibili: 52, 62, 72, 82, 92, 102, 112, 117, 124, 132

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