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Attualità

Spietato ma timidissimo!

Predone feroce e al tempo stesso schivo e facile alla fuga, è un pesce che vive di contraddizioni.

In un Mediterraneo in piena crisi, lui prolifera e lo si incontra sempre più spesso. Ma è veramente così facile da catturare?

Barracuda alla Canaria!

Si tratta di un pesce poco ricercato e sicuramente manca in Italia una vera e propria tradizione culinaria. La sua scarsa quotazione dipende però, a mio parere, più da una questione di “immagine” che dalla cattiva qualità delle sue carni, che risultano anzi nutrienti (ricche, in particolare, di proteine, omega3 e minerali), sufficientemente magre e di gusto apprezzabile. Certo, non è una spigola o un’orata, pertanto qualche piccolo artificio risulta utile per valorizzarlo.

Mi è piaciuto, ad esempio, il modo semplice, ma con un “tocco di classe”,  con cui mi prepararono, in un ristorante di Lanzarote, un barracuda che avevo catturato la mattina stessa.

Dal pesce vennero ottenuti due filetti, conservando però pelle e scaglie! Ciascun filetto venne fatto riposare circa 10 minuti in una terrina con mezzo bicchiere di vino bianco, un cucchiaino di curry, abbondante succo di limone e un pizzico di sale. Quindi, cottura alla griglia: 15 minuti con il lato della pelle verso il fuoco, poi rivoltato e ancora 5 minuti sul lato opposto. L’aggiunta del curry risultò efficace nel mitigare il sapore un po’ forte della carne, creando un equilibrio ottimale. Come quasi tutti i piatti canari, i filetti di barracuda grigliato vennero serviti con un contorno di “patas arrugadas con mojo” (patatine novelle cotte nel sale, da mangiare con la buccia e accompagnate da 2 o 3 salsine).

Nel nostro piccolo potremo però accontentarci di accompagnare il  barracuda con qualche italianissima verdura grigliata…

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