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ARUTA: ALL’ASSOLUTO SONO STATI TUTTI CORRETTISSIMI

Abbiamo sentito, Antonio Aruta, Direttore di Gara al Campionato italiano di massima serie di Pesca in Apnea 2022, e vi proponiamo il suo racconto su come sono andate le cose all’Assoluto di Trapani.

«Abbiamo assistito a un Campionato come non se ne vedevano da anni, ricco di pesce, sia nella prima che nella seconda giornata. Nella prima frazione, a San Vito, a nord, i profondisti hanno portato al peso i dotti; nella seconda le cernie bianche hanno fatto la
differenza e deciso la classifica finale. In entrambe le giornate è stata comunque la corvina la preda più presente e mai, come in questa gara, si sono visti gli atleti puntare a chiudere il numero massimo di prede per questa specie: quelli che ci sono riusciti hanno messo al sicuro il loro risultato. Ma ciò che dal mio punto di vista, nel ruolo di Direttore di gara, ha contato di più è stata l’attenzione al fattore sicurezza: tutti gli atleti si sono attenuti a quanto richiesto durante la riunione pre-gara: tempi di recupero lunghi tra un tuffo e l’altro, entro le curve di sicurezza. Se pensiamo che circa 10 concorrenti hanno pescato costantemente oltre i 35 metri e fino ai 50, il rispetto dei tempi lunghi di recupero e il piombo mobile salpato dal barcaiolo hanno sicuramente contribuito alla sicurezza. Forse solo Roccaforte, che era assistito dal figlio, ancora giovane ed esile, ha dovuto cavarsela da solo con il recupero, e questo, assieme alla stanchezza derivante, ne potrebbe aver inficiato le prestazioni complessive. Certamente siamo nella direzione giusta, ma la norma è ancora perfettibile: non tutti i gommoni hanno la carrucola a prua, si potrebbe quindi prevedere, da un punto di vista normativo, la possibilità di installare altre carrucole, bracci e demoltipliche (che se facilitano il recupero del piombo mobile, dall’altro ne allungano i tempi per issarlo a bordo, a tutto vantaggio del recupero dell’atleta).
La norma prevede, come sappiamo, la possibilità di tenere in barca il “bombolino” di ossigeno: anche questo è uno strumento che favorisce la sicurezza dell’atleta. Ricordiamo che l’ossigeno non può essere usato durante la gara – pena la squalifica dell’atleta- ma solo dopo. Con il Giudice, prima dell’inizio di ogni giornata, abbiamo fotografato il livello indicato dai manometri, per poter verificare l’eventuale impiego illecito della bombola: questo non è imposto dalla norma, ma potrebbe essere un’ulteriore miglioria apportabile».


― Come spesso accade, i giorni precedenti sono stati riscaldati da qualche lamentela riguardo la scelta del campo di gara o, ancora, riguardo agli aggiornamenti del regolamento per quel che riguarda il peso consentito per la zavorra mobile e il recupero da parte del barcaiolo, alla stregua dei campionati internazionali. Cosa ne pensi?
«Quali che fossero i rumors pre-gara,i campi si sono dimostrati entrambi competitivi e aperti a tutti: certo, le cernie hanno fatto la differenza, ma questo era vero anche nel passato più lontano. Qualcuno ha lamentato una certa “intempestività” negli aggiornamenti alla normativa: sicuramente questa, dal mio punto di vista, ha incentivato, e lo ripeto, il fattore sicurezza. La nostra Nazionale, ormai da diversi anni è tornata a essere competitiva all’estero. Quello che invece noto, e non succedeva da parecchio tempo, è che da circa 5 o 6 anni ci sono sempre quei 10, 15 atleti a giocarsi i piani alti della classifica, come succedeva negli anni in cui gareggiavo io. E ci sono sempre quei 5 o 6 in lizza per aggiudicarsi il titolo. Possiamo finalmente dire che si è riformata una “scuola italiana”. Che poi siano profondisti ci sta: ricordo che i 40, 45 metri di oggi non sono molto diversi dai 30, 35 metri di trent’anni fa, quando l’attrezzatura, le conoscenze e la preparazione erano diverse. Rammento a tutti, però, che Luigi Puretti, nel 2019, a Marsala, si aggiudicò il titolo italiano pescando a scorrere in 15 metri d’acqua: quindi non è del tutto vero che debba essere, per forza, profondità a tutti i costi, ma, come è naturale, dipenderà sempre dal campo di gara e dalla sua conformazione».

― Ci hai parlato di un nucleo di atleti sempre lì a contendersi il titolo, ma delle nuove leve cosa ci dici?

«Per buona fortuna questo sport ogni anno ci fa apprezzare la crescita e l’inserimento di nomi nuovi ai vertici. Penso su tutti a un Fazzolari, che quest’anno ha conquistato il terzo gradino del podio dopo la buona prestazione del 2021. Ma anche a Cubicciotto, che per il secondo anno consecutivo ha sfiorato il podio. E ancora a Gentilino, miglior Under 30 in questa gara, la cui buonissima prestazione non si può certo imputare al fattore campo che, come sappiamo, non sempre si rivela un vantaggio. Penso che ci siano degli ottimi spunti soprattutto per il Direttore Tecnico della Nazionale, che ne potrà tenere conto per i prossimi impegni internazionali; se non come titolari, certamente a supporto e per cominciare a far fare loro esperienza».

Potrai leggere l’articolo integrale dedicato al Campionato Assoluto 2022 di Trapani nel prossimo numero di agosto 2022.

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